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11
Nov

Rita Loccisano: il suo VisualFood® al MammacheBlog Creativo 2015

Rita Loccinaso VisualFood®

Rita Loccisano vive a Modena ed è l’ideatrice del VisualFood®, una nuova branca dell’arte culinaria e del food design che sposa estetica e funzionalità. Accessibilità dei materiali, semplicità delle tecniche e lotta allo spreco sono solo alcuni dei principi che caratterizzano questa disciplina, in cui le opere non sono sculture da guardare ma piatti da mangiare.
Autrice dei libri “VisualFood. Creare, stupire, gustare” e “W le verdure”, conduce una trasmissione televisiva su Gambero Rosso Channel dal titolo “VisualFood”.  Sul sito web visualfood.org è possibile trovare tutti i principi, gli strumenti e le videolezioni per avvicinarsi a questa nuova disciplina.

Al MammacheBlog Creativo intervverrà come speaker nel panel Oltre i confini del food, 28 novembre ore 16.00 e come docente del laboratorio dedicato al VisualFood®. Ecco le domande che le abbiamo rivolto per conoscere più da vicino lei e la sua particolare attività…

Ti occupi di cibo da un punto di vista particolare, quello che appaga molto l’occhio: come nasce l’idea del tuo VisualFood®?

Amo la bellezza e ho sempre cercato di riprodurla. Il VisualFood nasce così, come l’ingrediente in più che può essere aggiunto a ogni piatto: la bellezza. Gli alimenti sono stati di grande ispirazione per molti artisti nel corso dei secoli. Quello che ho aggiunto io è però il rispetto del cibo e altri valori che ho raccolto in un decalogo. Per molti secoli, dal medioevo in poi, frutta, ortaggi e verdure sono stati usati come elementi per creare belle sculture: dall’intaglio artistico ad Arcimboldo, dalle sculture di burro alle sculture di pane, fino ad arrivare alle opere fotografiche di Carl Warner, Dan Cretu e altri. Considerare il cibo alla stregua di un elemento decorativo che, svolta la funzione, viene buttato nel cestino dei rifiuti è per me eticamente inconcepibile. Per questo ho creato una nuova disciplina, il VisualFood®, in cui la forma sposa la funzione: gli alimenti vengono trasformati, sì, ma per essere poi portati in tavola e consumati. Niente più solo sculture da ammirare e basta… l’arte arriva nel piatto.

Potevo tenere tutto questo solo per me? Assolutamente no, dovevo condividerlo. Volevo che tutti potessero provare la gioia di realizzare una creazione VisualFood® e godere dei complimenti di chi quella creazione la riceve. Per questo ho selezionato una serie di tecniche e di strumenti che rendono facile e accessibile questa disciplina a chiunque voglia avvicinarsi.

Ti confronti di persona e virtualmente con moltissime persone: come ti sembra stai cambiando il loro rapporto con il cibo?

Mi rendo conto di una maggiore consapevolezza nel pubblico. Quello che noto è una maggiore attenzione alla provenienza, alla qualità e all’eticità del cibo e anche una tendenza al veganesimo/vegetarianesimo. La gente si sta rendendo conto che veramente “siamo quello che mangiamo” e che il cibo può essere una cura, se si sceglie consapevolmente oppure motivo di malessere, se ci si lascia ingannare dal marketing dei prodotti industriali. Siamo fortunati a vivere in Italia. All’estero questa coscienza non è ancora sviluppata.

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