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28
Ott

Laura De Benedetto, innovatrice con Make Tank

Laureata in Chimica con specializzazione in Scienze dei Materiali, Laura De Benedetto trova la sua strada frequentando un Master al MIP Politecnico di Milano che la lancia nel mondo dell’organizzazione di convegni per manager, della consulenza e del marketing. A Milano trova anche l’amore, Fabio e decide di seguirlo a Firenze dove, nel 2005 inizia a lavorare in DADA, società leader nel web e mobile entertainment e advertising. Nel 2008 nella vita di Laura arriva una meravigliosa novità: Francesco (un mix tra mamma e papà) che le dà una marcia in più per migliorare il mondo.

Ad aprile 2014, dopo quasi nove anni vissuti intensamente, decide di dedicarsi al 100% a MakeTank, il marketplace dei Maker italiani, una startup innovativa di cui è amministratore unico e co-fondatrice. Selezionata da Riccardo Luna tra i 100 innovatori del 2013, Laura è fra i soci fondatori delle associazioni ToscanaIN, FabLabFirenze e Make in Italy.

Ecco le domande che le abbiamo rivolto per conoscere più da vicino il suo innovativo progetto, che presenterà al MammaCheBlog Creativo nel MomTalk Le nuove tecnologie artigianali, le prospettive al femminile (sabato 29 novembre, ore 10.20).

Come nasce l’idea di MakeTank?

MakeTank nasce da una vacanza tra amici in montagna quasi tre anni fa. In quel periodo i cambiamenti avvenuti in DADA mi avevano spinta a guardarmi intorno; dopo anni da dipendente, avevo voglia di tentare di creare qualcosa di mio. Ho conosciuto gli altri soci fondatori di MakeTank all’interno dell’associazione no-profit ToscanaIN, un’esperienza importante che mi ha permesso di condividere momenti di intenso attivismo con persone interessanti e piene di passione. E le persone ‘giuste’, a mio avviso, sono ben più importanti di qualsiasi idea di business.
Nel maggio 2012, quando siamo partiti, non erano in tanti a scommettere sul fenomeno dei Maker in Italia, mentre noi ci siamo buttati a capofitto nel mondo delle tecniche di digital fabrication (stampa 3D, taglio laser, ecc.) e dell’open source hardware (Arduino, ecc.) creando una piattaforma di promozione e vendita dedicata. Ci siamo accorti, infatti, che i Maker hanno creatività e manualità spiccate ma anche bisogno di un aiuto per valorizzarle, per imparare a raccontarsi e per trasformare la loro passione in un lavoro.
L’idea è stata apprezzata a tal punto che MakeTank, lo scorso anno, ha vinto TechGarage, la startup competition della prima Maker Faire europea (ottobre 2013), ed è stata selezionata tra appena otto startup italiane per partecipare all’Italian Innovation Day, che si è tenuto a San Francisco lo scorso marzo 2014; un’occasione unica per presentare a una platea di investitori americani il nostro progetto. E adesso siamo alle prese con altre evoluzioni che proietteranno MakeTank sempre più nel futuro.

Chi vende e chi compra su MakeTank? Gli scambi che avvengono sul vostro sito sono anche di idee…

I Maker coinvolti nel progetto MakeTank rispecchiano la varietà di questo mondo: accanto agli ‘smanettoni’ che progettano con Arduino ci sono i designer autoproduttori, giovanissimi ma anche con esperienze lavorative alle spalle, che cercano un canale distributivo da gestire in autonomia e attraverso il quale vendere le loro creazioni, oggetti realizzati con tecniche tradizionali ma dal mood contemporaneo. Le sezioni più affollate sono quelle riservate a prodotti realizzati a partire da un file vettoriale modellato per stampa 3D o per taglio laser. Gli oggetti sono realizzati on demand, e questo permette al cliente finale di ricevere un oggetto creato apposta per lui e quindi personalizzabile. Chi compra su MakeTank è disposto a spendere anche qualcosa in più per portare a casa un gioiello o un mobile esclusivo, sostenendo così il design autoprodotto che utilizza le tecniche più innovative sul mercato.

Inoltre, ci piace contaminare il mondo degli artigiani tradizionali e quello dei Maker digitali e spesso trasformiamo occasioni offline, quali manifestazioni (Maker Faire Rome, Fuorisalone a Milano, Source a Firenze, ecc.) e workshop (in particolare quelli legati ai contest che promuoviamo: DesignWinMake, MakeMore, ecc.) in vere e proprie opportunità di crescita e confronto tra i nostri Vendor. Siamo convinti, infatti, che l’Italia debba puntare sull’innovazione per essere veramente competitiva oggi. E possiamo farlo solo puntando sulla nostra tradizione made in Italy, una risorsa preziosa che tutto il mondo apprezza.

Che ruolo pensi avranno i makers 2.0, anche a livello economico, negli anni a venire?

I Maker sono i protagonisti della cosiddetta Terza Rivoluzione Industriale, il cui ruolo fondamentale è quello di segnare il passaggio dall’Industria pesante alla manifattura diffusa. Oggi, grazie alle tecniche di digital fabrication, i designer che prima speravano di essere ‘scoperti’ da una grande azienda, sono in grado di realizzare piccole serie autoprodotte a costi bassi e in tempi limitati. Le PMI, invece, possono sperimentare e realizzare prototipi o produrre ricambi on demand, risparmiando i costi di magazzino. Un fenomeno, quello dei Maker che si completa con i FabLab, luoghi fisici in cui è possibile iniziare a conoscere e utilizzare stampa 3D, Arduino, ecc. e condividere le proprie esperienze. P­rogetti quali Hubs, in cui chi possiede una stampante 3D la mette a disposizione di chi desidera stampare, sono l’espressione di una logica di condivisione e apertura che lascia ben sperare per il futuro.

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