Alla scoperta della fotografia come scoperta: Luca Fiammenghi
Il fotografo Luca Fiammenghi sarà protagonista del MOMClass “Fotografia:still life accesible” Sabato 23 Novembre alle 15.30
Luca Fiammenghi è grafico e fotografo ed insegna sin da quando ha iniziato l’attività di freelance nel 1990. E’ docente a contratto presso la Facoltà del design del Politecnico di Milano e trainer partner Adobe come Istruttore Certificato. Per i suoi lavori usa colla cow, Nikon FM2, carta baritata, Freehand 4, Apple LaserWriter, Page Mill. Ha quattro figli, per i quali fa pure i cappelletti e la piadina romagnola.
Luca, come si trasforma una passione in un’attività imprenditoriale? Raccontaci la tua storia.
Fin da piccolo disegnavo bene, almeno dicevano. Mi piaceva guardare e rappresentare, fantasticare e “colorare”. Ignaro dell’esistenza di possibili “mestieri creativi”, da grande, son finito al DAMS Arte, a Bologna. Studiare estetica, storia dell’arte o psicologia della percezione mi piaceva, ma una materia spiccava su tutte: “Disegno Industriale”, insegnata da Attilio Marcolli. Grazie a questo primo professore ho scoperto un nesso tra la mia indole e ciò che avrei potuto fare nella vita e da suo consiglio mi sono iscritto alla Scuola Politecnica di Design di Milano SPD. Qui la pratica si è coniugata con molti degli aspetti teorici appresi nel periodo bolognese: ho compreso che conoscere, quindi usare gli strumenti della comunicazione era un “di più” rispetto al solo parlarne, perché potevo determinare, e non da spettatore, la costruzione di un processo nella sua interezza.
Un secondo professore fondamentale è stato l’artefice ed allora direttore di SPD, Nino Di Salvatore. Dal 1990 e per oltre dieci anni l’ho affiancato: mi ha introdotto all’insegnamento, alle dinamiche di gestione della scuola e supportato negli inizi della libera professione. Fare e dire “come si fa” attraverso lezioni, da allora è per me la stessa cosa. Non ho mai smesso di studiare ed aggiornarmi, perché ritengo che un freelance debba conoscere e saper offrire ai clienti un adeguato panorama di possibilità.
Per me la passione può diventare il proprio lavoro guardando a dei maestri: esistono e prima o poi si incontrano: per crescere, però, non si deve mai smettere di cercarne ancora.
Mamme e creatività cosa pensi di questo binomio?
Indissolubile. Da papà, dico che la mamma, quindi la propria moglie, sia già a prescindere uno di quei maestri che mai debbano mancare. Se infatti creatività è dare luogo a qualcosa che prima non c’era, è da quando una donna guarda il suo innamorato che tutto cambia. La creatività rende possibile una crescita, come accade a partire dallo sguardo di una mamma.
La tua definizione di creatività.
È un processo di “ri-costruzione”, un nuovo inizio. È nella realtà che, se riconosciamo un valore, allora potremo re-interpretarne gli elementi e dare nuove forme alle cose. Siamo tutti creativi quando siamo spettatori attivi del mondo: coinvolti da un’indole o da un interesse, la nostra creatività è sempre in moto e fertile in frutti, piccoli o grandi che siano. È nel pensiero che sappiamo elaborare un sistema di relazioni diverso rispetto a quanto viene definita consuetudine. Quando pensiero, interesse e talenti personali si parlano, tutto si rinnova.