Quando i sogni si realizzano: Anna Lo Piano
Anna Lo Piano sarà una delle protagoniste del MomTalk “Non solo blog: come la rete può aiutarci ad avere successo”. Proprio lei che cresciuta in una famiglia di creativi, per molti anni ha pensato di essere un’aliena fino a quando ha scoperto che il suo estro artistico si manifesta piuttosto nella capacità di inventare storie, creare percorsi di apprendimento inconsueti e cavarsela con nonchalance in situazioni davvero imbarazzanti. I suo vari lavori – tra i quali si alterna in modo molto creativo– hanno in comune la passione per i libri, i viaggi, il cinema, le lingue, le persone ed il gusto inesauribile della scoperta. Insieme a sua sorella Rachele ha fondato un’associazione Lagomsciué e si è lanciata nell’editoria digitale.
Anna ci racconti come hai fatto a trasformare la tua passione in un’attività imprenditoriale?
Le cose che facciamo, prima di farle davvero, seguono percorsi strani. Che mi sarebbe piaciuto prima o poi aprire una casa editrice l’avevo deciso appena finita l’Università, ma qualche anno dopo ci avevo già ripensato: mi sembrava un’idea troppo folle e quasi anacronistica, vista la situazione difficile dell’editoria italiana. Però gli amori sopiti, se sono veri, tendono sempre a riemergere dal passato. Per cui sono rimasta in mezzo ai libri, a tradurre, a scrivere, e ad occuparmi di grafica e di produzione televisiva, anche quella una forma di edizione dalla quale ho imparato molte cose, soprattutto metodo, disciplina e lavoro di squadra. Poi con mia sorella abbiamo deciso di fare qualcosa insieme. Siamo partite dalla stessa voglia di collaborare, di mettere insieme idee e competenze, di fare qualcosa di bello e creativo. Ma se devo dire la verità non avevamo un progetto davvero definito all’inizio. E’ stato lavorando su altro che abbiamo capito che la cosa più naturale per noi sarebbe stata lavorare sui libri, in un modo e con uno stile che avevamo maturato in tutto quel tempo. A quel punto eravamo pronte a buttarci, malgrado la congiuntura sbagliata, il momento difficile e la paura di non riuscire. C’era voglia di fare, una situazione in movimento e uno spazio da prendere, e noi l’abbiamo preso.
Mamme e creatività cosa pensi di questo binomio?
La prima cosa che mi viene in mente è che per me la creatività è un processo che si scatena là dove è necessario trovare soluzioni a problemi apparentemente insolubili, cercare compromessi, far combaciare gli opposti, accordare e vedere le cose da vari punti di vista. Se poi vuoi lavorare con la creatività devi saper vivere nell’emergenza, non preoccuparti se fai tardi la notte e se a volte ti trascini in pigiama per casa, ma anche importi una ferrea disciplina e isolarti dalla gente che urla e che ti chiede cose impossibili. Sì direi che qualche punto in comune si può trovare…
La tua definizione di creatività.
Per me è proprio un modo di vivere la vita, un approccio curioso nei confronti di tutto, l’incapacità di accontentarmi che mi spinge sempre avanti. E poi ok, faccio anche oggetti con il feltro e il crochet, soprattutto in periodi di grande attività intellettuale servono a concedermi uno sfogo creativo più pratico, legato al tatto, alla manualità, alla materia. Anche se non sono bellissimi sono un toccasana, e mi salvano dallo stress e dalla sindrome del tunnel carpale.