Zelda Was a Writer racconta la fotografia al MammacheBlog 2015
Nata a Milano, sul finire degli anni ʼ70, Camilla Ronzullo non è riuscita a evitare i pantaloni a zampa di elefante, la felpa che faceva le scintille e le scarpe ortopediche. Nonostante questo si è laureata in Storia e Critica del Cinema, gestisce unʼAssociazione culturale chiamata Bastian Contrari e scatta fotografie come se non ci fosse un domani. Ama fare colazione, collezionare taccuini e dedicarsi suo Zelda was a writer che, con il tempo, è diventato un punto di riferimento per amanti delle parole scattate e delle immagini scritte. Venera Orson Welles e impazzisce per i panini alti.
Sarà al MammacheBlog…
Venerdì 8 maggio, ore 9.30-11.00MomClass: La fotografia è un componimento breveLa fotografia è un componimento breve forte e magico. A volte è puro racconto, spesso vira nella poesia più atavica e sconfinata. |
Ed ecco alcune domande che le abbiamo rivolto per conoscerla meglio ed anticipare alcuni degli argomenti che tratterà nel suo MomClass…
Dopo l’appuntamento invernale, torni a parlare alle mamme blogger attraverso un corso, come docente: come ti senti in questa veste?
Non amo molto considerarmi una docente ma adoro pensare che l’esperienza di questi anni, il meraviglioso stimolo alla condivisione dei propri passi porti con sé una spinta naturale alla diffusione delle esperienze e di tutte quelle folgorazioni sulla via di Damasco che hanno contribuito a renderle significanti e utili.
Io ho avuto dei maestri grandiosi. Alcuni hanno nomi celebri, altri sono esseri di un quotidiano silenzioso e fattuale. Con il senno del poi, compresa la fortuna di averli incontrati, mi sono spesso chiesta come avrei potuto dimostrare loro la mia gratitudine. Poi, in modo del tutto inaspettato, è capitato che potessi descriverli, parlarne, scriverne, ispirando così nuovi incontri e nuovi tentativi di dire grazie.
Gioie, scoperte, tristezze e pure barzellette che, per inciso, racconto malissimo. Tutto ha contribuito a rendermi un essere comunicante, ad alimentare il mio bisogno tracimante di dire, di raccontare.
Non trovo grandissime differenze tra la scrittura e la fotografia: sebbene le modalità e i codici siano diversi, entrambe comunicano il mio sguardo sul mondo e, magicamente, il modo in cui il mondo mi osserva.
Proprio per questo, per contribuire a mischiare le carte, ho deciso di intitolare il nostro incontro: La fotografia è un componimento breve.
Hai un profilo professionale molto particolare: come lo hai costruito? a cosa ti sei maggiormente ispirata? e che sviluppi prevedi per il tuo futuro in termini lavorativi?
Ho scritto un post sull’argomento, tempo fa. Avevo bisogno di fare ordine su tutte le esperienze fatte e condividere un fatto sostanziale: siamo il risultato di una strenue volontà ma anche lo specchio di moltissime decisioni del destino.
Ho studiato Storia e Critica del Cinema, mi sono trovata a fare la giornalista radiofonica, ho lavorato nei contesti più buffi e disparati e la mia consapevolezza professionale, invece di disperdersi miseramente, si è accresciuta. Oggi so cosa voglio, anche se mi trovo in un contesto professionale molto fluido, ancora in costruzione, alcune volte dannatamente miope.
Nonostante tutto, il fatto di essermi posta delle domande e di avere lottato per i miei sogni mi fa pensare che sarò sempre del posto di cui voglio essere. Con le mie parole e le mie fotografie. Senza paura di deludere le aspettative di chi mi è vicino, senza deludere prima di tutto me stessa.
Il futuro è uno strano stato di cose, è l’attimo dopo ogni cosa presente. Ho deciso di lavorare sulla prospettiva, nel più totale caos dell’adesso. So che mi salveranno sempre le idee, il matto lavoro per determinarmi, i grazie e i prego che i miei genitori ci tenevano dicessi sempre e l’incontro con gli altri. Non tutti gli altri, solo alcuni: i miei punti di riferimento magici nel mondo.