Manuela Lavezzari, Marketing Manager di ASUSTeK Italy, racconta l’impegno di ASUS verso il MammaCheBlog – Social Family Day.

Com’è essere mamma oggi, nell’era digitale?
“Essere mamma oggi è molto diverso da com’era anche solo una ventina di anni fa o, in ogni caso, nell’era pre-web, quando spesso si veniva identificate con un’etichetta e, talvolta, persino confinate a un ruolo socialmente passivo. La mamma nell’era del web 2.0 è connessa, interagisce, impara, esplora, comunica, ha la possibilità di reinventarsi professionalmente o anche solo di divertirsi, senza peraltro venir meno ai propri compiti. Tutto ciò posso affermarlo a ragion veduta perché ho potuto sperimentarlo in prima persona, come mamma e nel ruolo che ricopro presso ASUS”.

Qual è il ruolo della tecnologia in tutto questo?
“Ho sperimentato l’impatto che la tecnologia ha avuto su di me in quanto mamma e, dopo il primo approccio, continuo a sperimentarlo sorprendendomi quotidianamente del potere positivo che essa, unita ai social network e alla blogosfera, assume nella mia doppia veste di mamma e responsabile marketing. In tutto questo, i personal computer e Internet – ovvero gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione e che ciascuno di noi decide consapevolmente di utilizzare – aprono le porte a un mondo di relazioni che si autoalimentano”.

Come si presenta ASUS alle mamme?
“Partiamo dal presupposto che la tecnologia deve lasciarsi utilizzare con facilità e al centro di ogni ricerca di prodotto ci deve essere la persona, concetto alla base della filosofia di ASUS e che condivido pienamente. ASUS sviluppa soluzioni progettate con l’obiettivo di migliorare l’esperienza d’uso e incontrare le necessità e le aspettative degli utenti, anche di un pubblico femminile di cui teniamo conto per esigenze specifiche. Quindi da una parte ci sono aziende come ASUS, che hanno una responsabilità importante perché studiano e sviluppano strumenti che permettono di interagire; dall’altra ci siamo noi mamme, che abbiamo un ruolo altrettanto importante nell’utilizzarli nel modo corretto, in maniera propositiva e con l’obiettivo di stare insieme nell’era digitale, contrapponendo a quel modello di isolamento del passato una comunicazione basata sullo scambio reciproco di esperienze e di utili contributi”.