Cristina Simone, paladina di #NoFreeJobs
Freelance, ancora convinta, Cristina Simone lavora come Consulente e Docente di Comunicazione Online e di Social Media Marketing. Quando aveva tempo scriveva come blogger di comunicazione digitale e moda eco-sostenibile. Oggi continua a divertirsi nella blogosfera, lavorando con blogger e cosiddetti “influencer”. È stata l’ideatrice dell’hashtag #NoFreeJobs che, oltre ad essere diventato trend topic su twitter, è tuttora utilizzato per segnalare offerte di lavoro indecenti e per sensibilizzare contro il lavoro NON retribuito.
Se volete saperne di più, oltre ad andare su cristinasimone.it
#NoFreeJobs, come si alimenta il mondo delle proposte di lavoro “indecenti”?
Se intendi come riceviamo le offerte su #nofreejobs: in modo volontario dagli utenti. #nofreejobs è attivo dal 2011 e sui diversi social sono in molti quelli che, purtroppo, segnalano le offerte di lavoro indecenti, taggandoci, usando l’hashtag oppure inviandocele in privato.
Se la domanda era riferita al mercato del lavoro: la mia risposta è sempre la stessa dal 2011. Finché ci saranno persone disposte a lavorare gratis in cambio di una promessa o di poter riempire il proprio CV, purtroppo, non ci sarà mai fine a questa pratica sbagliata. Ecco perché credo sia importante continuare a fare sensibilizzazione su questo argomento, per far capire quanto sia dannoso accettare di lavorare senza alcuna remunerazione. Proprio recentemente abbiamo condiviso un post sulla pagina Facebook di No Free Jobs che spiega in pochi punti i risvolti negativi dell’accettare lavori for free.
Lo scambio visibilità non paga, quando però può servire?
Penso sia chiara l’importanza della retribuzione lavorativa da parte mia, altrimenti non mi sarei fatta portavoce, attraverso No Free Jobs, di un movimento di sensibilizzazione contro il lavoro gratuito.
Dall’altro lato sono, anche, convinta che in alcuni casi si possano fare delle eccezioni, ma dipende molto dal tipo di lavoro che si svolge e per questo non voglio generalizzare. Io lavoro online e, grazie, all’online. Per me è automatico associare l’aspetto della visibilità ad altri come reputabilità o network. Ecco perché se una determinata attività non prevede un fee ma, ad esempio, può mettermi in contatto con un persone interessanti dal punto di vista professionale, io potrei accettarla. Ogni persona, però, deve valutare in base al momento in cui si trova, alle esigenze e, soprattutto, deve valutare i vantaggi concreti che accettare o meno quell’offerta possono comportare.
Quando accetti un nuovo lavoro, quali sono le considerazioni e i presupposti che ti condizionano maggiormente?
Appena ho aperto la PiVa accettavo tutti i lavori, penso di non aver detto mai NO a nessuno. Questo ha comportato non avere orari nel vero senso della parola: lavoravo di notte, durante il weekend, praticamente sempre. Ora seleziono di più i miei clienti e se sono piena o non mi interessa quel cliente/settore non ho paura a dire no oppure a passare il lavoro a un mio collega freelance.
Generalmente valuto diversi aspetti come il cliente e l’affidabilità (leggi anche la fama positiva o negativa), il settore di riferimento, il tipo di lavoro operativo per capire se sono in grado di farlo e, di farlo bene, e si mi può interessare averlo nel portfolio, poi valuto la durata del progetto. Inoltre, essendo freelance non accetto mai lavori che mi potrebbero impegnare full time perché sarebbe impossibile gestire il resto. Last non least valuto il budget che il cliente ha a dispozione. Il budget, tuttavia, non è prioritario, ovviamente è importante. Io, però, ragiono sempre in ottica potenziale e valuto, anche, se quel cliente potrà offrirmi nuovi lavori o mettermi in contatto con altri potenziali clienti.