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6
Giu

Intervista a Silvia Tropea

MomTalk 4 – Digital Together – Internet da vivere Insieme
Genitori e figli nella sfera digitale: come crescere insieme.

Introduce: Jolanda Restano (FattoreMamma)
Partecipano: Natalia Cattelani (Tempo di Cottura), Anna Lo Piano (piattinicinesi.com), Maddalena e Edoardo Schenardi (Farmacia Serra Genova), Silvia Tropea (Genitoricrescono), Manuela Lavezzari (ASUS)

 

Silvia, esiste davvero un digital divide, oggi?
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“Certo che esiste: esiste tra generazioni, tra nord e sud, tra Paesi, tra livelli sociali e culturali. Così come esistono tanti cultural divide di ogni genere. Come potrebbe non esistere tra genitori e figli, se è di questo che parliamo? Pensiamo a quello che divide i nostri genitori, gli attuali nonni, e noi. Tutti usiamo il computer, loro, noi, i bambini, ma c’è un atteggiamento diverso. Per loro è ancora uno strumento, noi, la generazione che oggi ha intorno ai 30/40 anni, lo vediamo per la prima volta come un luogo. E i nostri figli? Sono nati con l’idea che “si va su internet”: una dimensione del reale, un posto come un altro. Ecco, non può non esserci un digital divide tra chi pensa al web al pari di una lavatrice e chi lo percepisce come fosse l’agorà.
Però c’è divide e divide! Conosco miei coetanei (41 per la cronaca) che sanno a malapena inviare una mail e che ti dicono quella frase là, tra l’imbarazzato e il fiero: ‘no, io non è che lo uso tanto il computer’, con lo stesso tono di chi ti dice ‘no, grazie, non fumo’.
Se invece in quel ‘luogo’ hai deciso di viverci, allora il divario che ti separa dal modo di percepire il web che hanno i tuoi figli è decisamente minore.”
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Internet è un pericolo, per i figli?
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“Certo, potenzialmente ogni luogo è pericoloso per un bambino da solo. Il parco non lo è? Un grande magazzino non lo è? Una spiaggia affollata? Però tutti insegniamo ai bambini come non perdersi al supermercato o come non farsi troppo male quando si arrampicano. Tutti vietiamo ai figli comportamenti palesemente dannosi, finchè sono piccoli, sperando che, da più grandi, capiscano il perchè di quei divieti.
Gli insegniamo a vivere in ogni luogo in cui dovranno essere. E il web? Se è un luogo, cerchiamo di conoscerne le regole e di insegnarle. Internet non è più pericoloso di tanti altri luoghi, solo che è meno conosciuto dai più. E poi è vasto, molto vasto. Più grande di qualsiasi luogo fisico. Il pericolo maggiore è il disorientamento, la perdita di tempo, la dipendenza. Prima ancora di tanti pericoli più grandi, ma estremamente meno frequenti.
Quando in prima media mandi per la prima volta tuo figlio a scuola da solo, gli insegni che autobus prendere, dove scendere e come comportarsi per strada, no? Ecco, stessa cosa. Però la devi conoscere la strada per insegnarla!
Molti ragazzini oggi devono ancora sperimentare internet da soli, perchè appartiene alla loro generazione, ma è sconosciuto ai loro genitori.”
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Ma i genitori, crescono?
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“Volenti o nolenti, crescono. Sempre. I figli sono qualcosa che ti cambia ‘irrimediabilmente’ la vita e il cambiamento non è reversibile. Solo il tempo che passa ha lo stesso effetto. Pensa a quante connessioni ci sono tra figli e tempo. Loro crescono, tu cresci. Il tuo tempo diminuisce, come se te lo togliessero di mano, quando ci sono loro. Dividi il tuo tempo in quello con loro e quello senza loro. I figli corrono come il tempo.
Devi crescere per forza. E allora magari ti attrezzi e cerchi di farlo consapevolmente. Avere accanto uno piccolo che cresce in modo evidente, diventa più alto, più pesante, parla, cammina, corre, va a scuola, ti contesta, protesta e ride ti fa capire che anche tu sei in costante movimento ed evoluzione. Ti metti accanto questa persona così dinamica, che sembra tutta concentrata a crescere e tu che fai? Tieni il passo, cambi come un camaleonte a ogni suo cambiamento, ti adatti, ti reinventi, trovi soluzioni a problemi complessi e inaspettati. Non puoi più essere nè pigro, nè definito.”
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