Daniela Iafrate e DARQ, gioielli e tecnologie
Dopo la laurea in architettura, Daniela Iafrate lavora per circa 10 anni nel settore dell’edilizia tra Roma e Milano. La crisi del settore, la perdita del lavoro e la difficoltà di ricollocarsi professionalmente contribuiscono nel 2013 a far confluire le sue energie nel progetto DARQ (nome nato dalla fusione di “D” di Daniela e “ARQ” come arquitecto). Qui riversa i suoi interessi, parte del suo background di conoscenze e l’entusiasmo per le nuove forme espressive supportate dalla tecnologia, che considera la nuova frontiera della creatività.
Sarà con noi sabato mattina 29 novembre al MammacheBlog – Creativo per parlare nel panel “Le nuove tecnologie artigianali, le prospettive al femminile“. Ecco le domande che le abbiamo rivolto per presentarvela al meglio…
Come nasce il progetto DarqCreation, da quali stimoli?
Nasce principalmente dall’interesse per il design, coltivato anche nel corso dell’attività professionale come architetto. Conseguentemente, dalla curiosità nei confronti delle tecnologie digitali, delle possibilità offerte da queste ultime ai designer che vogliono “autoprodursi”.
Dopo aver fatto qualche esperimento con il taglio laser, affascinata dalle infinite possibilità di applicazione, dalla “facilità” di utilizzo e dal costo contenuto, ho perfezionato dei modelli che erano stati disegnati per gioco, ed è nata la prima collezione di gioielli di ispirazione arabesca.
Il primo materiale utilizzato con la tecnica del taglio laser è stato il metacrilato, cui è seguito il legno e la fibra di legno. Ho iniziato con oggetti di piccole dimensioni poiché comportavano modesti investimenti, con l’idea di aggiungere in futuro anche i complementi di arredo.
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Quali sono le tecniche che usi per realizzare gioielli dell’omonima collezione?
Ho iniziato, come dicevo prima, con la tecnica del taglio laser, che continuo tuttora ad utilizzare per tutta la gamma dei gioielli ed i complementi di arredo in metacrilato ed in legno. Da alcuni mesi sto utilizzando anche la stampa 3d per la nuova e coloratissima linea di accessori maschili, che in anteprima ho presentato alla Maker Faire 2014 di Roma. La collezione si chiama Generation 2.0 – Men’s Accessories, prende spunto dalla simbologia di internet nell’era dei social media e ad oggi realizza fermacravatte e gemelli da polso.
Ti stai aprendo anche al complemento d’arredo: con quali idee quanto a materiali, tecniche di realizzazione e design?
Ho usato molto il metacrilato per i gioielli, ed essendo un materiale molto versatile, ne ho voluto sperimentare l’utilizzo anche per piccoli complementi d’arredo dal design essenziale. Ho introdotto anche una ulteriore lavorazione del metacrilato, questa volta prettamente artigianale, che è la piegatura a caldo. Ad esempio, nei miei set da tavola, i portatovaglioli sono prima tagliati al laser e poi piegati artigianalmente.
Di nuovo a metà tra l’artigianato digitale e quello tradizionale, sono le “Fruit Boxes”, la cui idea nasce partecipando ad un concorso promosso da Veneta Cucine e Make Tank, sull’uso del legno e delle tecnologie a controllo numerico per la realizzazione di complementi di arredo per la cucina. Le “Fruit Boxes”, sono quadri di forma scatolare, elementi di decoro parietale, tagliati al laser e dipinti a mano, che spero diventino presto, come nell’ide presentata nel concorso, delle lampade da parete.